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L'assedio condotto dall'imperatore Federico II di Hohenstaufen contro il libero Comune di Viterbo nel 1243, è raccontato da una cronaca latina coeva, probabilmente l'unica esistente. L'evento, d'importanza apicale per la storia e l'identità viterbesi, è narrato con dovizia di particolari e qui presentato in una curatissima versione, revisionata, tradotta e accompagnata da un esauriente commento critico e da interventi d'appendice. Jacopo Rubini è affiancato in questo studio da Angelo Sapio e Federico Filié, che affrontano e chiarificano alcuni dei fatti di primaria importanza, richiamati della cronaca, come l'identità della fanciulla intravista sulle mura di Viterbo durante l'assedio o la questione della moneta concessa da Federico II al Comune di Viterbo, prima del suo passaggio alla parte guelfa. Nell'introduzione letteraria, inoltre, è avanzata un'ipotesi di attribuzione della cronaca, fino ad oggi ritenuta anonima, alla mano del cardinale viterbese Raniero Capocci, protagonista del racconto stesso, insieme all'imperatore Federico II. Jacopo Rubini restituisce al pubblico un testo spesso trascurato, di importanza capitale per la ricostruzione degli eventi e della storia di Viterbo, attraverso un'edizione moderna e criticamente ragionata.